Avv. Prof.  Domenico  Lamanna Di Salvo

Avv. Prof. Domenico Lamanna Di Salvo

Iscritto all'albo di Bari dal mese
di April del 2011

Descrizione

Prof. Avv. Domenico Lamanna Di Salvo, ​ Autore di numerose pubblicazioni a carattere scientifico e professionale, associa alla Libera Professione l'esercizio dell'attività di docenza universitaria. Egli tiene corsi presso diverse e rinomate Università italiane e straniere nell'ambito dei settori scientifico - disciplinari IUS 04 (Diritto Commerciale) e SECS P - 07 (Economia Aziendale), materie per le quali egli ha ottenuto la venia docendi. In qualità di Avvocato civilista e penalista, opera su Milano e Bari ed è specializzato in diritto di famiglia e diritto societario, con particolare attenzione alle problematiche di separazione, divorzio, delibazione, diritto penale della famiglia e diritto minorile. Da oltre 18 anni si occupa delle più complesse controversie di separazioni e divorzio, adozioni internazionali e sottrazioni di minori. Grazie ai suoi numerosi studi presso prestigiose università internazionali è considerato uno dei massimi esponenti del diritto di famiglia. ​ Professore Universitario di ruolo in diritto societario, avvocato civilista esperto in diritto di famiglia, , opera anche in giurisdizioni estere essendo lo stesso ivi abilitato, dove vanta di una grandissima stima anche a livello universitario. ​ Traduttore giurato ( inglese - tedesco ) presso il Tribunale di Bari e Milano, perito presso la Camera di Commercio di Bari. Avvocato Specializzato, Curatore del Minore. PROCEDURE DI DIRITTO DI FAMIGLIA INTERNAZIONALE,AFFIDAMENTO CONDIVISO, CONGIUNTO, ESCLUSIVO E SUPER ESCLUSIVO, SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI, ADOZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI, SEPARAZIONE CONSENSUALE E GIUDIZIALE, DIVORZIO, CONVIVENZA MORE UXORIO, CONTRATTI DI CONVIVENZA ​ DIRITTO MINORILE,AFFIDAMENTO DEI FIGLI , ASSEGNO ALIMENTARE, DECADENZA DELLA RESPONSABILITA' GENITORIALE ​DIRITTO PENALE ORDINARIO,DIRITTO PENALE MINORILE, MALTRATTAMENTI E ABUSI IN FAMIGLIA CAUSE EREDITARIE,SUCCESSIONI, IMPUGNAZIONE DEL TESTAMENTO,ACCETTAZIONE O RINUNCIA ALL'EREDITA' DIRITTO CIVILE, RISARCIMENTO DEL DANNO, TRUST, DIRITTO TRIBUTARIO E DIRITTO COMMERCIALE

Opera a:

MilanoBolognaBari

Competenze

Diritto civile
Diritto della persona, della famiglia e dei minori - separazioni, divorzi, unioni civili, adozioni Diritto successorio - testamenti e donazioni Diritto commerciale, dei principi contabili e bilancio Diritto bancario e dei mercati finanziari Diritto societario – acquisizioni, fusioni, operazioni straordinarie Gestione del patrimonio ed imprese familiari

Esperienze professionali

Professore- Avvocato Matrimonialista - Divorzista
presso Studio Legale Lamanna Di Salvo
Dal 1997 - presente

PROFESSORE- AVVOCATO MATRIMONIALISTA - DIVORZISTA - CURATORE SPECIALE DEL MINORE

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Diritto della persona, della famiglia e dei minori - separazioni, divorzi, unioni civili, adozioni

28 ago. 2024

Crisi della relazione coniugale e rapporto con i figli

Tempo di lettura 2 minuti

Un tema da sempre dibattuto e controverso riguarda il diritto/dovere in capo ai genitori di garantire ai figli un buon rapporto con l'ex coniuge, facendo in modo che gli stessi mantengano un'immagine positiva dell'altro genitore.Spesso, purtroppo, ciò non succede. Quid iuris se si verifica una tale situazione? Esemplare è, al riguardo, la decisione del Tribunale di Roma (Tribunale di Roma n. 18799/2016), con la quale una madre è stata condannata a risarcire all’ex marito la somma considerevole di € 30.000,00 per non avere garantito il recupero del rapporto di questi con il figlio, avendo la stessa screditato continuamente il padre agli occhi del minore. Ed invero, come precedentemente sottolineato, ogni genitore, dopo la separazione o il divorzio, deve consentire che i figli mantengano con l’altro un buon rapporto e ne conservino una immagine positiva, per garantirne la crescita equilibrata. In caso contrario, chi non ottempera può essere condannato al risarcimento dei danni ex art. 709-ter c.p.c. in favore dell’altro genitore alienato. Tale somma, da decidersi sempre nel caso concreto, tenendo conto della gravità dei fatti e delle capacità economiche delle parti in causa, ha soprattutto una funzione di monito e di deterrente al tempo stesso, in quanto l’obiettivo del giudice è, nel caso di specie, quello di garantire "la cessazione del protrarsi dell’inadempimento degli obblighi familiari, poiché gli stessi per la loro natura personale sono di per sé incoercibili e non sono suscettibili di esecuzione diretta".Nel caso concreto sottoposto all’esame del Tribunale di Roma, la madre avrebbe dovuto agire in maniera tale da consentire al figlio di recuperare il ruolo del padre, al fine di garantire la tutela della bigenitorialità, mentre la donna non aveva fatto altro che ostacolare agli incontri programmati tra padre e figlio ed impedire il funzionamento dell’affido condiviso con comportamenti di discredito della figura paterna.La decisione dei Giudici Romani appare pienamente condivisibile, soprattutto in relazione alla funzione di monito e di deterrente assegnata alla condanna in questione.Prof. Avv. Domenico Lamanna Di Salvo Matrimonialista - Divorzista - Curatore Speciale del Minore

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Diritto della persona, della famiglia e dei minori - separazioni, divorzi, unioni civili, adozioni

28 ago. 2024

Contrasti tra genitori e cure mediche al minore

Tempo di lettura 3 minuti

Un tema molto dibattuto nelle aule di Tribunale riguarda l'accordo su specifiche cure mediche per i figli, in caso di contrasto tra i genitori. Il problema si è acuito particolarmente con riguardo ai vaccini COVID, su cui sono nati insanabili contrasti negli anni appena trascorsi.In genere, possiamo affermare che, in caso di contrasto tra genitori in merito alle cure mediche da somministrare al figlio minore, prevale il genitore che predilige la medicina tradizionale prescritta dall’ospedale, rispetto a quello che intende sottoporre la figlia a cure omeopatiche. La vicenda è stata analizzata dal Tribunale di Roma negli anni passati (Trib. Roma, 16.02.2017).In quel caso, il Giudice, constatati gli effetti negativi che si potevano ripercuotere sul minore a causa del conflitto tra i genitori, aveva disposto che lo stesso fosse sottoposto immediatamente alle cure di medicina tradizionale prescritte dall’ospedale, altresì autorizzando il genitore più diligente a prenotare le visite in regime di intramoenia, recandosi agli appuntamenti anche in assenza dell’altro, con suddivisione delle spese in parti uguali; in caso di disaccordo, inoltre, aveva autorizzato uno solo dei due a sottoscrivere i necessari consensi per sottoporre il minore ad accertamenti o a cure disposte dai sanitari dell’ospedale pediatrico presso il quale era stato visitato La decisione del Giudice di prime cure appare basata, essenzialmente, sul diritto alla salute, costituzionalmente garantito dall'Art. 32 Cost, che "rappresenta un diritto di qualunque individuo, indipendentemente dall’età e dalle condizioni personali" (Cass. 18 giugno 2012, n. 9969). Per «diritto alla salute» si intende il diritto del singolo di "trovarsi in una situazione di complessivo benessere fisico e psichico" (quindi, non solo il diritto di ottenere cure in caso di malattia) cosicché, esso salvaguarda situazioni diverse ed eterogenee. Il «diritto alla salute» rientra tra i c.d. «diritti inviolabili», primari ed assoluti dell’individuo (art. 2 Cost.) e rappresenta espressione del principio di dignità umana e di uguaglianza ex art. 3 Cost. nell’interesse, non solo del singolo, ma anche della collettività, ad evitare la diffusione di epidemie e di malattie contagiose (Corte Cost. 20 novembre 2000, n. 509). Tanto premesso, tale diritto deve essere senza ombra di dubbio riconosciuto anche in capo ai minori, i cui interessi, a maggior ragione, devono essere garantiti in considerazione della loro vulnerabilità e debolezza. Ed invero, la Convenzione ONU sui “Diritti dell’Infanzia”, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 1991, n. 176, (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 35 dell’11 giugno 1991), all’art. 24, prevede che gli Stati aderenti debbano riconoscere «il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione», nonché, debbano garantire «che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi», al fine di assicurare «a tutti i minori l’assistenza medica e le cure sanitarie necessarie, con particolare attenzione per lo sviluppo delle cure sanitarie primarie». Tanto premesso, occorre combinare quanto su detto con i limiti e le problematiche derivanti dalla In tale quadro, diventa poi particolarmente rilevante la questione della responsabilità genitoriale, al fine di appurare quale sia la discrezionalità dei genitori relativamente alle cure mediche da somministrare al figlio minore. Ebbene, il potere di autorizzare trattamenti sanitari nei confronti dei figli minori viene collegato all’articolo 30 della Costituzione, secondo cui è «diritto e dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli». Ove però il diritto-dovere dei genitori non venga esercitato nell’interesse del minore o, come nel caso de quo, qualora sorga contrasto tra i titolari della «responsabilità genitoriale», è senz’altro possibile l’intervento dell’Autorità giudiziaria la quale, valutate le circostanze concrete, può adottare provvedimenti in merito e, eventualmente, autorizzare anche uno solo dei genitori ad adottare scelte autonomamente dall’altro genitore, ove ciò soddisfi il primario interesse del figlio minore (Cost. 27 marzo 1992, n. 132).La decisione del Tribunale capitolino appare, pertanto, pienamente condivisibile e deve essere indicata come riferimento da seguire in vicende simili. L'esperienza del COVID ha, in effetti, indicato la sensibilità di moltissimi Giudici italiani verso le conclusioni su esposte, che perfettamente sposano il principio del child's best interest sposato dal nostro Ordinamento.Prof. Avv. Domenico Lamanna Di Salvo Matrimonialista - Divorzista - Curatore Speciale del Minore

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